Doveva pensare a qualcosa il profeta Isaia quando diceva: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la pace che annunzia la salvezza».
Poteva magari pensare al mio catechista Daniel, della missione di Gounou Gan al Ciad, nel bel mezzo dell’Africa. Io a Isaia e a queste sue parole pensavo ogni volta che vedevo Daniel togliersi le scarpe – se scarpe potevano essere – e venire davanti all’altare, sempre all’ombra di un albero, per commentare il Vangelo.
Non ho capito né Isaia né il Vangelo. E neppure il gesto di Daniel.
Daniel sorriderebbe, se leggesse, sorpreso di ritrovare qualcosa di se stesso in queste pagine scritte – a piedi nudi – dopo e prima averlo conosciuto.